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Newsletter N.7
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Newsletter n.7
Foto di Marco Malvezzi
Come sapete il progetto Sheep Up si occupa di valorizzare l’allevamento ovino delle 4 razze autoctone Alpagota, Lamon, Brogna, Foza e i loro prodotti: latte, lana e carne. Ecco a voi un viaggio attraverso la tematica della lana!
 
Cosa dicono di noi?

La rivista
Tessere a mano, realizzata per i membri del Coordinamento Tessitori ha dedicato un articolo del mese di ottobre al nostro progetto, lo sapevate?
Siamo felici di condividere anche con voi cosa è successo durante il workshop che coinvolgeva le artigiane della lana e gli studenti del corso di Design e Moda dell’università IUAV di Venezia.

In questo incontro del 27 luglio l’obiettivo era trasmettere la storia e le tendenze dell’artigianato della lana agli studenti e condividere idee per un nuovo design accattivante. Il workshop è stata un’ottima iniziativa, dove l'esperienza e la cultura riguardo la lana ovina hanno incontrato l’originalità e la creatività degli studenti.

Cosa abbiamo fatto?

Buone notizie anche dal fronte delle iniziative per l’impiego della lana!
Durante la prima settimana di luglio si sono infatti tenuti tre workshop indirizzati agli operatori locali ma anche agli allevatori, imprese e artigiani con un duplice scopo: l’avvio di iniziative con protagonista la lana e l’adozione di buone pratiche per la sua cura e gestione.
Piuttosto interessante è stata la visita allo stabilimento di Almalana a Montereale Valcellina, il solo in Italia capace di accogliere la lana sucida, prodotta dai pastori transumanti, e trasformarla in un fertilizzante utile nell’agricoltura biologica.
Lo sapevi anche tu?

Condividiamo insieme a voi tre curiosità del passato emerse dalle ricerche antropologiche condotte per il progetto Sheep Up, che legano la lana alla figura femminile.

I è le pègore perse che va in suè un detto raccolto in Lessinia e ancora in uso fino agli anni 50' del Novecento. Ricordava alle giovani ragazze di non sposare un marito che abitasse in alto verso la montagna ma verso il piano.


Fino al secondo dopoguerra e in certe aree dell'alta Lessinia anche fino ai primi anni ‘80 del secolo scorso, la figura femminile all’interno della famiglia era molto legata alla produzione e alla lavorazione della lana, perché assicurava un piccolo guadagno in autonomia dal marito. Grazie al ricavato dalla vendita si potevano infatti acquistare i beni necessari per la casa.

Tra i pastori transumanti si potevano individuare negli anni ‘30 anche le remenganti.
Alla transumanza invernale nella pianura veneta partecipavano anche le donne pastore (in gergo baie), incaricate di vigilare il gregge di giorno e durante la notte al freddo e in condizioni talvolta pericolose. I ritmi non si addolcivano nemmeno quando le pastore erano in dolce attesa: alcune volte rientravano solo all’ottavo mese di gravidanza e in altri casi partorivano dove capitava. Le difficili condizioni migliorarono sensibilmente dopo il secondo dopoguerra.


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Riflessioni tratte da 'Spunti per un racconto della tradizione della pastorizia ovina e della pecora Brogna in Lessinia' e 'I pastori dell'altipiano lamonese e sovramontino' di Elisa Bellato e Daniela Perco.

 
 
Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020
Organismo responsabile dell’informazione: Centro Consorzi
Autorità di gestione: Regione del Veneto - Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste

Per informazioni sul progetto
bit.ly/sheep-up
Sheep Up è realizzato dal Centro Consorzi (Capofila) in partnership con: Fardjma, Fea De Lamon, Az. Agricola Giopp Ruggero, Associazione di Promozione e Tutela della Pecora Brogna, Comune di Foza, Università di Padova Dip. TESAF, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo-UNISG, CNR-IRCRES, Unione Montana Alpago, Comune di Lamon, Az. Agricola Dal Molin Guglielmo, Etifor Srl.
 
Etifor | Valuing Nature, Piazza A. de Gasperi 41, 35131 Padova , Italy
 
 

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